Negli ultimi tempi ne stiamo parlando spesso: il cabotaggio, infatti, è tra i temi caldissimi del settore dell’autotrasporto. Quasi giornalmente assistiamo a dibattiti, novità regolamentari, ricorsi ai tribunali o ancora, interventi da parte dell’UE che tentano di rendere più chiaro il panorama complessivo. Ora accade che anche l’ultimo muro di questo grande tema viene a cadere: le imprese di autotrasporto croate, infatti, sono state ammesse al cabotaggio in Italia. Nei confronti dell’ultimo Paese che in ordine di tempo è entrato all’interno dell’Unione europea, quindi, viene eliminato ogni limite in tal senso. A stabilirlo è stata una circolare firmata lo scorso 18 maggio da parte da parte del Direttore generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Finocchi. All’interno del protocollo è stato comunicato ufficialmente che il 30 giugno 2017 scade definitivamente il periodo transitorio di divieto di cabotaggio stradale di merci in Croazia. Ciò significa che, a partire dal prossimo 1 luglio, tutte le imprese di autotrasporto di origine croata sono regolarmente ammesse a effettuare trasporti di cabotaggio in Italia. Una concessione di natura bilaterale: anche le società italiane, infatti, avranno l’opportunità di fare lo stesso in Croazia, con la possibilità di effettuare operazioni di cabotaggio all’interno del loro territorio.
Le attuali modalità di cabotaggio
Al momento, le leggi comunitarie regolano il cabotaggio stradale – inteso come la possibilità di effettuare trasporti nazionali in un Paese comunitario diverso rispetto a quello di immatricolazione del veicolo – attraverso esclusive concessioni per l’esecuzione di tali trasporti solo se essi vengono effettuati nell’ambito di una spedizione internazionale. Non solo: per essere accettati, i trasporti in regime di cabotaggio non devono superare 3 operazioni complessive, che devono essere necessariamente portate a termine entro un periodo di tempo massimo di una settimana. Questo lasso temporale viene conteggiato a partire dall’ingresso nel Paese terzo del veicolo che si occupa del trasporto in questione.
Cosa può succedere da adesso
A seguito dell’eliminazione del divieto di cabotaggio stradale per la Croazia, gli scenari possono essere molteplici. Tuttavia, quello più probabile – e che incute più timore al segmento nazionale dell’autotrasporto – è che le regioni del Nord-Est italiano (Friuli Venezia Giulia e Veneto su tutte) risentano del contraccolpo. L’esperienza del passato, infatti, non lascia tranquilli: saranno in molti, infatti, a ricordare le concrete difficoltà vissute dalle aziende operanti in questi territori a seguito dell’apertura delle porte del cabotaggio in Italia ai cugini sloveni.
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