Gli eurodeputati del Parlamento hanno approvato un emendamento alle norme UE del settore, per evitare lo sfruttamento dei lavoratori che lavorano all’estero secondo le condizioni del loro Paese, solitamente più svantaggiose. I lavoratori distaccati, secondo il nuovo emendamento, dovrebbero quindi operare sul principio della “parità di retribuzione per lavoro uguale” per garantire un equo trattamento per tutti. Tali regole devono essere applicate anche alle consegne del cosiddetto “cabotaggio stradale”, dove le normative sono ancora piuttosto confuse e non sempre garantiscono un equo trattamento a tutti i camionisti. Questo emendamento dovrebbe dettare delle linee guida precise per fare chiarezza e garantire agli autotrasportatori diritti equi ed uguali per tutti.

Cabotaggio stradale: cos’è e come funziona

Per cabotaggio stradale si intende l’attività di trasporto di merci nazionali su strada, svolta da un trasportatore non residente su un territorio di un altro Stato membro dell’UE a titolo temporaneo. L’azienda quindi non ha sede nello Stato membro in cui si sta effettuando il trasporto. Molto spesso capita però che la ditta abbia sede in una nazione dove gli stipendi sono più bassi, con diritti e tutele inferiori per i lavoratori stessi. Tale ditta però opera quasi esclusivamente in altri Stati dove le condizioni per i lavoratori sarebbero più favorevoli. L’azienda ha quindi l’opportunità di ridurre sostanzialmente i costi, ma a discapito ovviamente degli autotrasportatori che lavorarono con minori tutele e in condizioni meno favorevoli. Si tratta di una palese violazione dei diritti dei lavoratori, che il Parlamento europeo punta ad eliminare chiedendo che la sede di ogni ditta di trasporti sia stabilita nel Paese in cui si svolge la maggior parte dell’attività lavorativa.

Le altre novità del provvedimento

Con questo provvedimento si punta innanzitutto ad equiparare gli stipendi degli autotrasportatori, soprattutto in virtù del luogo dove lavorano. Il provvedimento, approvato in commissione Trasporti del Parlamento europeo, prevede altre modifiche all’attuale normativa. Alle aziende viene richiesto di riorganizzare i loro orari di lavoro per garantire migliori condizioni ai camionisti. L’obiettivo è permettere ai lavoratori di tornare una volta ogni tre settimane a casa, oppure in un altro luogo da loro segnalato per un adeguato riposo settimanale. Un altro obiettivo importante della riforma è intensificare maggiormente i controlli su strada, con una maggiore collaborazione tra le autorità nazionali, per prevenire frodi relative ai periodi di riposo, all’orario di lavoro, alla manomissione del contachilometri, ecc. Inoltre i valichi di frontiera dovranno essere registrati nel tachigrafo del camion per sventare ogni tentativo di frode.

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