Il numero di merci trasportate in Italia è in calo: è questo ciò che emerso dal Forum di Cernobbio di Conftrasporto svoltosi la scorsa settimana. La confederazione, durante le giornate di attività in riva al lago, ha diffuso e commentato i risultati di una ricerca da lei stessa condotta in cui si è evidenziato un deciso calo dei volumi dal 2010 al 2014. C’è da preoccuparsi? Probabilmente no: il focus temporale sul quale si è concentrata l’analisi, infatti, non contempla ancora la forte ripresa alla quale si sta assistendo da inizio 2016, ma è comunque molto significativo osservare come nel corso del quinquennio 2010 – 2014 il declino sia stato davvero molto significativo, mettendo in ginocchio migliaia di aziende sul nostro territorio.
I dettagli della ricerca
Il panorama globale presentato attraverso il rapporto del Centro Studi non è stato certo confortante. Conftrasporto, infatti, ha rilevato che il volume di merci “bruciate” a causa del periodo di recesso attraversato dall’Italia non è stato compensato dalle positive fasi di ripresa a cui si è assistito. Ciò significa che, in Italia, durante ogni fisiologico rilancio post crisi non si riesce a recuperare il terreno perso nei periodi più bui. Diverso, invece, è l’andamento del settore in Germania: qui, infatti, il rapporto tra economia generale e trasporto merci è più stabile e, di conseguenza, meno soggetto a cali che possono essere letali per gli operatori. Non solo: stando ai dati prodotti da Conftrasporto, un grave problema italiano si lega alla ormai storica carenza di infrastrutture che causa perdite, ogni anno, per oltre 30 miliardi di euro. Ciò significa che, nei 5 anni analizzati, ovvero tra il 2010 ed il 2014, l’Italia ha visto scendere il numero di merci trasportate su strada di oltre il 37%. Cifre impressionanti, che dovrebbero far riflettere lo Stato ed il Ministero dei Trasporti.
Cali in Italia, sorride l’Est
Se il periodo 2010 – 2014 ha rappresentato il buio più profondo per il settore nazionale, più a Est, invece, la stessa finestra temporale è stata un trampolino di lancio per nuovi vettori emergenti. In Bulgaria, ad esempio, la crescita si è attestata a poco meno del 20%, quasi il 10% in Romania, e il 7% in Polonia. Anche sul fronte rapporto volumi trasportati e Pil nazionale, l’Italia è stata in sofferenza: ultima in Europa con un -25,9%. Fortunatamente negli ultimi 18 mesi il trend sembra essersi invertito, merito della forza degli operatori e delle nuove regolamentazioni incentivanti messe in atto dal Governo per rilanciare il settore. Fossero arrivate con maggior tempismo, queste nuove norme, avrebbero potuto ridurre gli effetti di un’emorragia globale che è stata davvero devastante.
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