Negli ultimi tempi i rapporti tra camionisti e padroncini stanno diventando sempre più tesi per le difficili condizioni in cui gli autotrasportatori devono lavorare. I camionisti sono costretti a percorrere ogni giorno centinaia di chilometri con pochissime pause ed il ribasso selvaggio è all’ordine del giorno nel settore dell’autotrasporto. Gli illeciti crescono sempre di più e gli autotrasportatori, per rispettare gli orari di consegna, sono costretti a manomettere tachigrafi o a ignorare completamente i tempi di guida col rischio di incappare in pesanti multe. Chi si ribella rischia di essere licenziato perché al posto suo ci sono guidatori stranieri o anche italiani disposti a tutto pur di ottenere qualche centinaio d’euro a fine mese.
Condizioni disumane di lavoro dei camionisti: le principali irregolarità
La parola d’ordine per i padroncini è consegnare quanta più merce nel minor tempo possibile. Ciò significa che i camionisti devono caricare i loro camion ben oltre il peso consentito per poi percorrere tantissimi chilometri con pochissime soste per rispettare gli orari di consegna. La manomissione del tachigrafo diventa quasi un obbligo per i camionisti che rischiano altrimenti di perdere il posto.
Uno stipendio regolare medio di un camionista dovrebbe essere di almeno 2.200 euro, ma molti si accontentano anche di 1.000-1.500 euro. Ribellarsi o rifiutarsi di svolgere un lavoro massacrante può comportare la perdita del posto a beneficio di altri camionisti dell’est Europa o anche italiani disposti ad accontentarsi di paghe misere.
I camionisti diventano così delle vere e proprie “bombe umane” pronte ad esplodere alla minima disattenzione, come purtroppo è avvenuto in alcuni casi. Nonostante i litri di caffè bevuti è difficile mantenere la concentrazione alta durante tutto il viaggio ed il colpo di sonno è sempre dietro l’angolo, soprattutto se si viaggia di notte. Il livello di sicurezza stradale crolla drasticamente ed in pericolo non ci sono solo le vite degli autotrasportatori, ma anche quelle di tutti gli altri utenti della strada.
La recessione può giustificare un tale sfruttamento?
I padroncini si difendono sostenendo che la recessione li ha costretti a tagliare drasticamente i costi ed offrire alla committenza prezzi stracciati per combattere la concorrenza sleale. Nonostante la buona fede di molti non si può certo combattere un’irregolarità con un’altra irregolarità, anche perché a pagare il prezzo dei tagli dei costi sulla propria pelle sono quasi esclusivamente i camionisti. Poiché gli autotrasportatori rappresentano l’anello più debole della catena, lo Stato sta intervenendo a monte e così, oltre ai regolari controlli sulle strade, sta inasprendo anche le verifiche presso le aziende di autotrasporto che si affidano a pratiche illecite. Una maggiore responsabilità della committenza potrebbe essere un ottimo metodo per spingere padroncini e camionisti a mettersi in regola con condizioni di lavoro più accettabili per tutti.
4 Commenti
buongiorno sono un autotrasportatore padroncino che fino a poco tempo fa avevo sei mezzi adesso uno solo e lo guido io
vorrei fare una precisazione non ho mai sentito di autisti che percepiscono meno di € 2000 al mese (e anche i miei ex autisti percepivano dai 2000/2600 € al mese) non so se le grandi flotte (non certo italiane) pagano stipendi da 1000/1500 al mese
si guarda sempre ore di guida padroncini che secondo voi sfruttano gli autisti ma avete fatto una ricerca su quanto pagano un trasporto le aziende e quando costa affrontare un trasporto a €/km
forse non sapete o non volete sapere che i costi del trasporto in un anno tra autostrade e gasolio che aumenta ci costa a 0.90 € km e ci sono aziende che predendono di pagare il trasporto a € 0.50 km perchè non cerchate di risolvere il problema a monte piuttosto che addossare le colpe ai padroncini ci dovrebbero essere delle tariffe da rispettare quando si offre un trasporto vi dico solo che i prezzi di gestione aummentano e le tariffe calano gli autisti sono sempre meno e qui pochi che ci sono vi garantisco che hanno un buon stipendio
Gentile Sabatino,
siamo d’accordo con lei. Possiamo dire che il problema sta a monte. Se lo Stato intervenisse un po’ di più a favore delle aziende di autotrasporto, probabilmente queste non dovrebbero fare i conti con illeciti e concorrenza sleale per sopravvivere. Riuscirebbero anche a garantire delle condizioni di lavoro più accettabili ai propri camionisti.
Non mettiamo in dubbio la sua buona fede (e quella di tanti altri padroncini), ma di situazioni spiacevoli, con paghe ridotte all’osso, purtroppo ce ne sono ancora tante. E nei casi in cui lo stipendio non è il problema, entrano in gioco altri fattori negativi, come detto nell’articolo.
Noi non ce la prendiamo assolutamente con aziende e padroncini che giustamente devono far quadrare i conti a fine mese, ma con il sistema in generale che non riesce a garantire delle condizioni di lavoro adeguate in termini economici e, allo stesso tempo, psicologici e fisici ai lavoratori.
Caro Sabatino, ormai non è più una questione di stipendio ma di qualità della vita.
Ho chiesto un preventivo per un trasporto in Italia (totale km 1200 andata ritorno)con bilico 10 metri
trasporto dedicato.Ora non ho capito
Perche una azienda chiede euro 1.6 km
Un altra 1.3 km,altra 1.2 km.In ogni caso
ho offerto le ore di carico e scarico a tutti
forfettariamente in 8 ore.Ora vorrei di
certo capire il perchè di questa differenza costi.