Uno dei problemi di più grande rilevanza nel settore dell’autotrasporto riguarda i tempi di attesa del carico e scarico merci. In particolare, secondo un’analisi statistica effettuata dal Centro Studi di Federtrasporti, si accerta che circa 4 ore al giorno dell’impegno degli autotrasportatori è impiegato nelle attese del carico e scarico merci. Che sia chiaro, questa è una media statistica, ma le attese risultano comunque essere molto lunghe.

Qual è il problema principale delle attese del carico e scarico merci?

Dovendo impiegare molte ore al giorno, senza effettivamente essere produttivi, si manifesta una duplice perdita economica per l’azienda e uno stress psicologico, non indifferente, per chi guida.

Considerando che queste attese comportano spesso molti ritardi, diventa necessario per l’azienda acquistare più mezzi di autotrasporto. Questo impatta l’economia della società in due modi: in primis nel costo del veicolo, in secundis per alimentare il motore con benzina o elettrico che sia.

È semplice immaginare come sarebbe più conveniente per tutti che le attese del carico e scarico merci vengano notevolmente ridotte e, infatti, la Direzione generale dei Trasporti Terrestri del ministero dei Trasporti spagnolo ha dato via ad un’indagine atta proprio a misurare la grandezza del fenomeno. Inoltre le associazioni spagnole hanno lanciato due provvedimenti fondamentali:

  1. Agli autisti è proibita l’attività di carico e scarico di merci (e proprio su questo spesso ci sono discussioni perché chi guida non può sobbarcarsi di un ulteriore stress come quello di dovere scaricare l’intero carico trasportato);
  2. I tempi di attesa vengono pagati. Come spesso si sente dire, il tempo è denaro. È proprio per questo motivo, anche per incentivare a ridurre le lunghe e inutili pause, che è stata introdotta questa importantissima tassa.

A cosa servono questi provvedimenti? Queste misure adottate servono a far in modo che il lavoro attualmente svolto da due o più camion venga completato da uno solo. Questo, oltre che impattare positivamente sull’economia dell’azienda, va anche incontro a quelle che sono le necessità di ridotta emissione inquinante nell’aria, prevista da qualche anno a questa parte.

Qual è la situazione in Italia?

In Italia non ci sono stati passi in avanti dal lontano 2011, quando venne introdotto il decreto dirigenziale 69. Questo decreto prevede che, per ogni ora di attesa, detta “fuori orario”, deve essere pagata 40 euro per ogni autotrasportatore. Quindi, qual è il problema se c’è già un decreto che prevede questo? Il problema è che nessuno lo rispetta e i tempi di attesa rimangono sempre molto alti per gli autotrasportatori.

In particolare nessuno dei governi che si sono succeduti dal 2011 ha messo mano sulla questione né ha pensato di affrontarla, lasciando il tutto a quest’ultimo decreto appena citato.

Il settore è in grave difficoltà ed è fondamentale un intervento dello Stato per organizzare la situazione, o meglio riorganizzare, e per rispettare al meglio quelli che sono i diritti dei lavoratori.

Ogni ora di attesa non è solo un danno per l’azienda, ma per tutte le attività associate che, a catena, subiscono importanti rallentamenti che impattano negativamente sull’economia generale.

I camionisti chiedono a gran voce che le cose cambino e che i tempi d’attesa per il carico e scarico merci non diventi una zavorra per loro e per il loro lavoro.

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