Qualche settimana fa era arrivata la notizia dell’aumento dei pedaggi nei tratti autostradali dell’A24 e dell’A25, meglio conosciuti come Strada dei Parchi. Le associazioni di categoria non avevano tardato nel manifestare il loro dissenso e le tante perplessità circa una manovra di innalzamento dei costi che, secondo loro, non era ascrivibile ad un reale miglioramento dei servizi legati alla viabilità. Sono passati pochi giorni, ed ecco che secca è arrivata la replica da parte dei rappresentanti della concessionaria della SdP, che risponde ai quesiti posti da parte delle associazioni attraverso un comunicato ufficiale, dichiarando anche la massima disponibilità ad incontrare i trasportatori abruzzesi per definire più dettagliatamente la questione del caro pedaggi.

La Strada dei Parchi motiva la politica degli sconti

Tutte le associazioni di categoria avevano lanciato la proposta provocatoria di bypassare l’ingresso autostradale del primo casello, preferendo il successivo, con l’obiettivo di ridurre le entrate della concessionaria, costringendola così a rivedere le sue posizioni. Strada dei Parchi, dal canto suo, ha risposto a queste affermazioni con alcune precisazioni: innanzitutto è stato sottolineato come i mezzi pesanti, a 5 assi, godano già di una scontisca pari al 15% della tariffa piena. Un ulteriore sconto, tuttavia, potrebbe andare contro le linee guida dettate dall’Unione Europea circa le norme sulla concorrenza: qualche anno fa, infatti, Bruxelles era già intervenuta a tal proposito costringendo all’abbassamento dal 30% al 15% degli sconti previsti per gli autotrasportatori. Inoltre, tengono a precisare i vertici della concessionaria, eventuali riduzioni di tariffe non spettano alla loro competenza, ma devono essere discusse direttamente con l’Ente cedente, ovvero, nello specifico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Un confronto con le altre tratte autostradali

Strada dei Parchi difende la sua posizione snocciolando dati numerici circa la situazione che sta accadendo sulla A24 e sulla A25. Le tariffe, spiegano i vertici nel comunicato, nonostante l’ultimo rincaro sono collocate ancora al di sotto della media nazionale delle autostrade delle zone di montagna. Non solo: SdP cita anche l’incidenza sulla competitività, rimarcando questi aspetti con alcuni casi reali presi a campione. Ad esempio, il traforo del Monte Bianco impone un pedaggio per ogni mezzo a 5 assi di oltre 300 euro, mentre sono poco più di 40 euro gli importi per le auto in classe A, a differenza di quanto avviene sul Gran Sasso, dove si parla di spiccioli con 2,52 euro per i mezzi pesanti e 1,02 euro per le auto.

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