Il lavoro del camionista viene spesso sottovalutato e non apprezzato come dovrebbe. Soprattutto nel periodo di pandemia i camionisti, al pari di infermieri e dottori, hanno permesso al paese di andare avanti portando avanti la loro attività con grande senso del dovere e responsabilità.
Nell’epoca della digital trasformation, c’è comunque bisogno di figure che fisicamente trasportino prodotti e beni di prima necessità. Cosa che hanno fatto i driver, sfidando il Covid-19 per evitare un tracollo generale del paese. Se l’Italia non è affondata nel periodo pandemico, molto lo si deve proprio a loro.
Oggi però sono sempre meno i driver disposti ad iniziare un lavoro così stressante, usurante e che soprattutto fornisce uno stipendio non adeguato ai sacrifici fatti.
La piaga della concorrenza sleale
Tra i tanti nemici contro i quali i camionisti devono combattere c’è la concorrenza sleale ed in particolare il cabotaggio abusivo.
Solitamente il cabotaggio consente ad un trasportatore europeo di movimentare merci da un paese all’altro dell’Unione Europea. Molti autotrasportatori però, generalmente provenienti dall’est Europa, vivono per mesi interi sui loro camion in attesa di reperire un carico da trasportare a prezzi stracciati e fuori mercato. Si crea così un danno all’intero movimento dei camionisti.
Condizioni di lavoro disumane
Un altro problema riguarda le condizioni di lavoro disumane alle quali sono costretti a lavorare gli autotrasportatori. Un esempio? La gestione dell’aria condizionata nella cabina.
Per una questione di sicurezza, durante la sosta è vietato mantenere il motore acceso per attivare l’impianto di condizionamento. Chi trasgredisce a questa regola può andare incontro a sanzioni che oscillano tra i 205,00 ed i 410,00 euro.
Il driver dovrebbe quindi dotarsi di un climatizzatore da parcheggio, così da poter schiacciare un pisolino e recuperare qualche ora di sonno.
Il problema è che questo dispositivo non è di serie e sarebbe a carico delle aziende, che invece preferiscono tagliare i costi piuttosto che fare investimenti per il benessere dei loro dipendenti.
Il risultato? Per rispettare i tempi di guida e di riposo i camionisti devono stare fermi anche 11 ore, col rischio però di ripartire ancora più stressati e stanchi di prima a causa del caldo.
La questione sicurezza
Negli ultimi tempi si sta verificando un altro problema relativo alla sicurezza: quella dei furti. I ladri utilizzano appositi spray narcotizzanti per sedare gli autotrasportatori e derubarli, provocando gravissimi danni che determinano ritardi o problemi nella consegna.
Chiaramente non è possibile mettere una pattuglia su ogni area di sosta, ma sarebbe sicuramente utile rinforzare i sistemi di videosorveglianza degli autogrill o almeno delle aree preposte al riposo dei camionisti.
Quali altri provvedimenti secondo te si potrebbero prendere per migliorare le condizioni di guida dei camionisti e rendere questo lavoro nuovamente attrattivo per i giovani?
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