Confcommercio, utilizzando le parole del suo Direttore comunicazione e immagine, Sergio De Luca, fa un elenco di quelli che possono essere considerati i problemi principali che attanagliano il settore trasporto e la sue potenzialità di crescita. Salta all’occhio in modo preponderante la riduzione degli investimenti complessivi, che negli ultimi 12 anni si sono addirittura dimezzati, passando da 20 a 10 miliardi di euro. Inoltre la perdita della supremazia nel Mediterraneo ha giocato un ruolo rilevante nell’avanzamento della concorrenza dei Paesi presenti sulla sponda sud. Anche la burocrazia rappresenta un elemento critico per lo spostamento efficace dei container. Basti pensare alle statistiche di categoria che parlano, in media, di 19 giorni e 1.195 dollari per lo spostamento di una cassa mobile in Italia, contro i 9 giorni ed i 1.015 dollari in Germania ed i 10 giorni e i 1.310 in Spagna.

Le difficoltà dell’intermodalità via terra

Se da un lato il trasporto merci su ferrovia è impossibile da realizzare sulla rete nazionale, dall’altro l’intermodalità su strada soffre di numerosi piccoli e grandi ostacoli che ne minano quotidianamente l’efficienza. Trovare una soluzione che punti all’ottimizzazione dei tempi e dei costi non è semplice: sull’intera rete su ferro esistono tratte con gallerie che, per limiti di sagoma, non consentono il trasporto di TIR e container di grandi dimensioni, e sulle autostrade la situazione non è poi molto più rosea. Esistono infatti oltre 72 mila chilometri di strade a percorrenza veloce in tutta la Comunità Europea, di cui solo meno del 10%, esattamente 6.276 km, è presente sul territorio italiano.

Strade lente e congestionate: l’Italia deve rivedere l’intera infrastruttura

I dati non mentono: in Spagna, lo spazio stradale, ogni 10.000 autovetture, è di 6,61 km, che scendono a 3,52 km in Francia, il doppio di quello che succede in Italia (1,81 km). Questo elemento risulta critico per la velocità media nei centri urbani nazionali, intorno ai 15 km/h con punte di 7-8 km/h nelle “ore calde”. La congestione delle strade non rappresenta solo una perdita di efficienza, ma è anche un costo, pure salato: sono ben 11 i miliardi di euro all’anno che l’Italia perde a causa dei ritardi via terra. Una conferma arriva dal fatto che, tra le prime 100 città più congestionate al mondo, 5 sono italiane. In questo clima poco promettente un briciolo di speranza pare arrivare dalle stime future per rilanciare il settore: basta, infatti, ridurre del 10% i tempi e i costi medi di trasporto, per poter incrementare il PIL di un ottimo 0,7%.

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