Grandi novità all’interno della casa costruttrice MAN che taglia completamente con il passato. Non stiamo parlando di design o di linee, ma è il cuore pulsante dei giganti della strada tedeschi a trasformarsi completamente. I motori D38, questo il loro nome, sono più leggeri, consumano in misura nettamente ridotta e adottano i migliori sistemi tecnologici al momento conosciuti nel settore. Disponibili nelle potenze da 520, 560 e 640 CV, la nuova catena di motori MAN è ricca di funzionalità di ultima generazione. La struttura che negli ultimi anni è stata alla base dei modelli tedeschi è solo un lontano ricordo: non è rimasto davvero nulla del passato. Un motore tutto nuovo, quindi, in grado di resistere al meglio a pressioni interne fino a 250 bar, grazie all’utilizzo di un basamento innovativo, così come i materiali ed i componenti, unici nel loro genere.

Maggiore potenza e minore peso per il D38

Spinta migliore, ripresa più elevata e peso minore: ecco che il nuovo D38 inizia a stupire. I circa 1300 chili riducono il peso specifico di oltre il 10% rispetto agli altri modelli che lo hanno preceduto. Merito del basamento in ghisa a grafite vermicolare, ed ai pistoni in acciaio che permettono di recuperare flessibilità e rendere la sua scocca più leggera ma ugualmente prestazionale. Le prove su strada, inoltre, dimostrano come il D38 da 560 CV, ovviamente in versione Euro 6, permetta di risparmiare circa il 3% rispetto ad un Euro 5 da 540 CV, nonostante la coppia sia maggiore di 200 Nm. Maggiore potenza e minori consumi: l’evoluzione e la tecnologia, quindi, fanno bene al nuovo cuore di MAN, in grado di far sorridere sia i piloti alla guida, per prestazioni e confort, che il loro portafoglio, limitando i consumi.

La 3^ generazione di Common Rail: una realtà nel D38

Il Common Rail di terza generazione è davvero fantastico: il carburante, letteralmente sparato nei cilindri ad un livello di pressione che può arrivare fino a 2.500 bar, viene polverizzato in maniera più fine rispetto al passato, e ciò rappresenta una garanzia in tutte le fasi di iniezione. In questo modo è possibile contenere non solo i consumi, ma anche le emissioni nocive nell’ambiente che vengono drasticamente ridotte. Ma non è tutto: i due turbocompressori sono stati installati con dimensioni diverse, per entrare in azione, alternativamente, rispetto al regime di andatura. Il più piccolo, ad alta pressione, è chiamato in causa sin da subito, a basso regime. Man mano che la potenza aumenta, ecco che è il secondo compressore, il più grande, a prendere il testimone, dando maggiore potenza a tutto il motore, per viaggiare fluidi sulla strada gestendo al meglio i consumi.

Articolo precedente

Esportazione all’estero dei veicoli: ecco cosa dice la Legge di Stabilità

Articolo successivo

Preludio di primavera con il Traspo Day 2016

1 Commento

  1. Buzzi Bonzer
    21 Gennaio 2016 at 12:02 — Rispondi

    Motori che vanno bene sui bus,ma non sui camion seri.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *