A partire dal 25 luglio saranno installati 16 nuovi tutor che copriranno circa 500 chilometri della rete autostradale italiana. Questo provvedimento è stato reso necessario dopo lo spegnimento dei tutor autostradali imposto dalla Corte di Appello di Roma, che li ha dichiarati illegittimi poiché rappresentano “mezzi che costituiscono violazione di brevetto”. Autostrade per l’Italia (ASPI) è quindi corsa ai ripari introducendo nuovi tutor di sua proprietà, che a differenza dei precedenti dispositivi non si baseranno sul riconoscimento della targa, ma sulla verosimiglianza di stringhe descrittive dell’immagine connessa al transito rilevato. Questo nuovo sistema dovrebbe garantire un maggiore numero di veicoli controllati con un conseguente aumento della sicurezza stradale.
Il “pasticcio” burocratico della Corte d’Appello di Roma: perché i vecchi tutor sono stati spenti?
Per comprendere meglio la storia dei tutor è opportuno fare un passo indietro, a circa due mesi fa quando la Corte d’Appello di Roma respinse il ricorso dell’ASPI ordinando lo spegnimento dei vecchi tutor. A quanto pare, titolare del brevetto dei vecchi tutor era la Craft, un’azienda di Greve in Chianti fondata da un ex tecnico della Galileo, Romolo Donnini, il quale ha accusato l’ASPI di violazione di brevetto. Fino alla fine di maggio i tutor erano rimasti comunque attivi, mentre l’ASPI aveva presentato ricorso chiedendo la sospensione della sentenza di condanna. Nonostante gli ottimi numeri ottenuti in questi anni con l’introduzione dei tutor, che hanno agito da deterrente contro l’eccessiva velocità diminuendo gli incidenti mortali sulle autostrade, la Corte d’Appello di Roma ha respinto il ricorso dell’ASPI. A destare grande perplessità non è solo la scelta, ma soprattutto la motivazione della Corte d’Appello di Roma secondo la quale la sicurezza stradale non è tra gli interessi di cui Autostrade per l’Italia può considerarsi portatrice, essendo sottoposti alla cura dello Stato. Molti “furbetti” del tutor ne hanno approfittato in questo periodo superando più volte i limiti di velocità previsti in autostrada, ma la pacchia sembra essere finita.
Criteri per l’installazione dei nuovi tutor
Come spiega ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) sul suo sito ufficiale, l’installazione dei nuovi tutor si baserà su due criteri: punti sotto osservazione (A10, Galleria di base Direttissima A1 e A16 Baiano-Avellino) e tratti lungo le principali direttrici (A1 e A14) dove si sono registrati i più alti tassi di mortalità pre-tutor. In seguito gradualmente verranno ripristinati i tutor lungo tutte le tratte dove il sistema era già attivo. L’ASAPS in una nota si augura che la reintroduzione dei tutor possa contribuire a far abbassare in maniera significativa la percentuale di incidenti lungo le autostrade dello Stivale.
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