La regole sul distacco dei lavoratori cambieranno. In meglio. A confermarlo è il Ministero degli Affari Sociali a seguito di una lunga trattativa con gli altri Paesi. Nello specifico, sarà possibile avvalersi di un lavoratore distaccato per un massimo di 12 mesi, diversamente dai 24 mesi attivi in precedenza. Questo periodo di 1 anno potrà essere prolungato di ulteriori 6 mesi facendo espressa richiesta al Paese ospitante. Al termine di questo periodo, il lavoratore verrà riconosciuto equiparato agli altri lavoratori del Paese in cui avviene il distacco. Anche dal punto di vista della retribuzione le novità sono interessanti: se con le precedenti leggi, infatti, il lavoratore distaccato poteva percepire la retribuzione minima prevista dai contratti collettivi del Paese ospitante, ora la normativa sancisce che il lavoratore distaccato avrà diritto a percepire tutte le indennità previste e anche l’eventuale tredicesima.

Addio differenze retributive, ma non nell’autotrasporto

Con la nuova normativa europea recepita anche dall’Italia le differenze retributive spariranno nel giro di pochissimo tempo. In quasi tutti i settori produttivi, ma non nell’autotrasporto. Purtroppo il segmento dei veicoli pesanti è rimasto fuori dall’accordo: per questa ragione nel trasporto continueranno ad applicarsi le attuali norme, in attesa che il pacchetto mobilità proposto dalla Commissione Europea diventi realtà. Oltre il danno, la beffa quindi per gli operatori che da tanto tempo attendono una risposta definitiva da parte del Governo italiano. I perché di questa decisione sono molteplici: su tutti, le dinamiche politiche di una trattativa estenuante che ha visto uscire vincitrice la Spagna, fortemente ostile all’estensione regolamentare al settore dell’autotrasporto e per questa ragione sostenuta dagli stati dell’ex blocco sovietico.

Che accadrà al settore autotrasporto

La situazione non è rosea per il settore dell’autotrasporto: tuttavia, le prime indiscrezioni dicono che questa legge non entrerà in vigore prima del 2022. C’è quindi speranza che anche i trasporti su strada, in questi anni, possano beneficiare del privilegio normativo. E non è tutto: il compromesso a cui sono giunti i delegati dei diversi Paesi, non sembra soddisfare Karima Delli, presidente della commissione trasporti del Parlamento Europeo, la quale ha sottolineato che ormai il tema delle condizioni di lavoro degli autotrasportatori sta diventando un tabù per l’Europa. Un razzismo sociale, così ha definito la decisione presa, che esclude uno dei settori più importanti dell’economia internazionale dalla nuova direttiva. I dati sulla crescente perdita dei posti di lavoro negli Stati occidentali dell’Europa, conclude la Delli, non possono più essere ignorati: per questo è necessario prendere in fretta provvedimenti seri.

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