Avevamo già parlato della parziale apertura dell’Austria ai divieti settoriali del Tirolo, in particolare per i veicoli Euro 6 meno inquinanti. Un’apertura che tuttavia non ha soddisfatto completamente le associazioni nazionali di categoria che hanno rilanciato chiedendo l’eliminazione definitiva e completa del divieto. In particolare è stata Anita, tramite il suo presidente Thomas Baumgartner, a fare la voce grossa con l’UE, richiedendo la sospensione del divieto settoriale austriaco per l’autotrasporto, nato con l’obiettivo di far defluire il traffico stradale su rotaia, per preservare la qualità dell’aria e dell’ambiente della valle dell’Inn. La Commissione Europea, qualche mese va, aveva già espresso parere negativo rispetto a questa decisione dei cugini austriaci, ma il Governo dell’Aquila non ha voluto sentire ragioni, applicando in maniera definitiva la normativa. Solo pochi giorni fa, come accennato, l’Austria ha reso meno pressante la regolamentazione, dando l’opportunità ai veicoli Euro 6 di procedere sulle strade incriminate ancora per 2 anni.
Non solo Anita: le associazioni italiane unite per la rimozione del divieto
Anita è senza dubbio l’associazione che più si è esposta in questo braccio di ferro, ma non è l’unica. Anche la Camera di Commercio di Bolzano e Unioncamere di Veneto ed Emilia Romagna hanno sottoscritto un esposto comune presentato alla Commissione Trasporti dell’UE, in cui sono state dettagliatamente spiegate le ragioni con cui si richiede l’abrogazione del divieto austriaco. Nulla di fatto, però: per questa ragione Anita è tornata all’attacco, spiegando come l’impedimento risulti assolutamente sproporzionato rispetto agli obiettivi di riduzione dell’inquinamento. Baumgartner, tra le altre, non nasconde la sua preoccupazione per un provvedimento anti-Europeista come quello messo in pratica dall’Austria: il divieto settoriale, infatti, viola tutti i principi di libera circolazione delle merci, creando vantaggi competitivi alle imprese locali, esonerate dalla regolamentazione.
L’Europa vuole mettere la parola fine alla vicenda
Se le associazioni nazionali stanno facendo il possibile per sensibilizzare l’Austria, non è da meno anche l’Europa che, ritenendo insufficienti le modifiche apportate al provvedimento originario, sta predisponendo una motivazione ufficiale per far tornare l’Austria sui suoi passi, prima dell’eventuale avvio del deferimento alla Corte di Giustizia. Entro il 1° novembre, data in cui è prevista l’entrata in vigore della nuova regolamentazione, la Commissione del Vecchio Continente si aspetta la sospensiva del divieto, altrimenti non potrà far altro che accendere un duro scontro con lo Stato austriaco e i rappresentanti della regione del Tirolo. Stando a quanto affermato dai responsabili della Commissione Trasporto di Bruxelles, infatti, non è possibile continuare a tollerare un’imposizione che può mettere a rischio l’attività di interi settori produttivi transnazionali.
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