Da diversi anni si parla della possibilità di utilizzare la guida autonoma su auto e su camion, ma i tempi non sono ancora maturi. Recentemente infatti si è registrato qualche incidente di troppo durante i test, quindi per il momento i veicoli a guida autonoma vengono utilizzati solo su circuiti o su strade chiuse al traffico. Ad ogni modo sembra che tale tecnologia dovrebbe approdare più velocemente sui camion piuttosto che sulle autovetture, per le minori difficoltà di applicazione sui lunghi viaggi autostradali rispetto ai centri urbani, dove gli ostacoli e le complicazioni sono molto di più.

Il futuro è piuttosto nebuloso in tal senso e gli autotrasportatori si chiedono quali effetti avrà la guida autonoma.

L’allarme del sociologo Steve Viscelli

Anche il sociologo statunitense Steve Viscelli, professore dell’Università della Pennsylvania, è particolarmente interessato allo sviluppo futuro della guida autonoma dei camion e soprattutto ai suoi effetti nel mondo del lavoro. Secondo uno studio condotto dal sociologo, tra 25 anni, se la guida autonoma dovesse essere realmente applicata sui camion, ben 294.000 persone che lavorano nel mondo del trasporto pesante su gomma potrebbero perdere il loro posto di lavoro. I dati sono stati calcolati tenendo presente il mercato statunitense, che ad oggi dà lavoro a circa 2 milioni di camionisti. Una situazione del genere naturalmente si propagherebbe a macchia d’olio anche nel resto del mondo, Italia compresa, quindi non va assolutamente sottovalutata.

Allo stato attuale delle cose i camionisti rappresentano un costo piuttosto oneroso per le società di trasporto, non solo per gli stipendi ma soprattutto per le norme relative alle misure di sicurezza, che limitano notevolmente il numero di ore in cui gli autotrasportatori possono guidare.

Più corsi di formazione avanzati per i camionisti

In base allo studio condotto dal sociologo Viscelli a rischiare il posto di lavoro non sono tanto i camionisti che affrontano lunghe tratte stradali, ma piuttosto quelli che oltre alla guida sono impegnati nelle operazioni di carico/scarico della merce, di manutenzione, di ispezione, di giunzione di rimorchi ed altre attività parallele.

Secondo Viscelli quindi il problema non sarà tanto la mancanza di lavoro per i camionisti statunitensi, quanto piuttosto l’assenza di lavoratori specializzati e qualificati in determinate mansioni.

Le società di autotrasporto per prevenire una situazione del genere dovrebbero quindi investire maggiormente in corsi di formazione avanzati, permettendo ai camionisti di approfondire le loro conoscenze e competenze sulle nuove tecnologie. Le nuove abilità acquisite verrebbero poi applicate a quelle parti della logistica non collegate direttamente alla guida dei camion.

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