È da inizio anno che si attende una risposta dal Governo circa il tema dei rimborsi sul carburante. La Legge di Stabilità 2016, infatti, entrata in vigore il 1° gennaio 2016, aveva ridotto il campo di applicazione dell’agevolazione prevista sulle accise del gasolio, escludendo questa possibilità a tutti i giganti della strada di categoria 2 o inferiore. Tuttavia all’interno delle nuove norme non era completamente chiaro se l’impossibilità fosse estesa anche ai veicoli su cui sono presenti sistemi per la riduzione del particolato. Un dubbio rimasto vivo per oltre 60 giorni: se da un lato, infatti, era noto che nella prossima dichiarazione relativa al primo trimestre 2016 tutte le imprese che operano con veicoli Euro 3 o superiori avessero ancora l’opportunità di presentare la domanda di rimborso sulle accise sul gasolio, dall’altro non era chiaro il comportamento che le aziende avrebbe dovuto tenere per i tir Euro 2, Euro 1 ed Euro 0 ma con FAP. Presentare comunque la domanda e farsela respingere, buttando via del tempo prezioso, o rinunciare direttamente all’opzione? A togliere ogni dubbio è stata l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con una circolare dello scorso 7 marzo che ha spiegato nel dettaglio cosa fare.

Ecco come funzioneranno le nuove domande

I numerosi operatori del settore del trasposto e della logistica convinti che i camion di categoria Euro 2 o inferiori con FAP fossero idonei per beneficiare del rimborso sono rimasti delusi. L’Agenzia delle Dogane, infatti, dopo aver ricevuto numerose richieste sul tema, non ha potuto esimersi dal dare chiarimenti circa le modalità operative che dovranno essere seguite per questi veicoli border line. E la risposta è stata negativa: l’installazione della trappola del particolato, infatti, secondo la nota 28154 del 7 marzo 2016, non comporta un upgrade di categoria per i veicoli su cui è montata. Questo, spiegano le parole dell’Agenzia, è dovuto al fatto che a mancare sono le dotazioni di sicurezza che ogni livello di classificazione Euro sancisce e a cui un semplice FAP non può sopperire.

Ma il FAP conviene davvero?

Dopo questa presa di posizione dell’Agenzia, sentita anche la Direzione generale per il trasporto stradale e l’intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono in molti a chiedersi se l’installazione del FAP convenga davvero, visti anche i costi delle strutture stesse. A rispondere a questo quesito è ancora una volta il comunicato dell’AdD: i sistemi di riduzione del particolato, spiegano, consentono ai veicoli di ciascuna categoria di evitare eventuali blocchi legati al traffico. Ciò significa che, ad esempio, se da un lato l’installazione del filtro antiparticolato non consentirà più di ammettere i veicoli Euro 2 alla riduzione sulle accise, permetterà invece agli stessi di circolare in caso di blocchi stradali per quella categoria. Ciò basterà a giustificare le spese? Staremo a vedere.

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1 Commento

  1. Maurizio Montin
    20 Aprile 2016 at 17:00 — Rispondi

    Se i prezzi dell’autotrasporto sono sempre piu’ bassi grazie alla concorrenza sleale altro che euro 6 7 o 8 ci compreremo gli euro Zero, io non capisco una cosa ma se i nostri camion gli vendono all’ estero l’ inquinamento dalle altri parti del mondo non ce.?????

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