Dopo 10 anni di costante discesa, l’asticella del traffico delle merci torna, finalmente, a salire. A dirlo sono i dati resi noti dall’Ufficio Studi Confederale che confermano come nel 2014 il mercato sia cresciuto di un +0,5%. Un dato sicuramente non entusiasmante, ma comunque in grado di invertire un trend che andava avanti dal 2004. Più rosee le stime per l’anno in corso e per il 2016, che parlano di una crescita che potrebbe sfiorare il 2%. Il settore dell’autotrasporto, quindi, può iniziare a sorridere, cavalcando l’onda della ripresa che si prospetta per i prossimi mesi. Nonostante ciò i problemi del settore continuano ad essere evidenti: in tema di concorrenza, ad esempio, la strada da percorrere è ancora lunga. La regolamentazione ambigua, unita alle larghe maglie dei controlli stradali, infatti, gioca un ruolo critico a scapito degli autotrasportatori italiani: basti pensare che nell’ultimo decennio il numero di merci entrate in Italia dall’Europa dell’est è cresciuto di oltre il 600%, e rappresentano, oggi, quasi la metà dell’intero mercato.

Investimenti in calo: la ripresa può ridare slancio al segmento

Tra il 2000 e il 2012 gli investimenti nei trasporti sono scesi di oltre il 47%: questa può essere considerata la principale causa della mancanza di ammodernamento delle infrastrutture, ormai obsolete e poco pratiche per il sistema dell’autotrasporto contemporaneo. E’ questo quello che emerge dal 4° Convegno Annuale sui Trasporti organizzato a Roma da ConfcommercioL’Italia disconnessa, questo il titolo dell’evento, ha affrontato anche i temi più caldi del settore, commentando le evidenze emerse dal rapporto realizzato dall’Ufficio Studi Confederale, Analisi e previsioni per il trasporto merci in Italia. Come sottolineato dalle parole del responsabile della ricerca, Mariano Bella, le informazioni raccolte fanno emergere il malessere delle imprese italiane che operano nel settore. Solo il 2% delle aziende, infatti, pensa di ottenere ricavi crescenti nei prossimi 6 mesi. Un dato troppo basso per uno dei settori più importanti per l’economia nazionale.

Luci e ombre: sfruttare il +0,5% di crescita può essere decisivo

Tirando le somme, il settore dell’autotrasporto può essere collocato in un limbo dove l’apporto dei soggetti in gioco può essere decisivo per il cambiamento. Il Governo, innanzitutto, deve dare nuova linfa a tutto il mercato, con regole chiare e precise che tutelino il patrimonio nazionale. Allo stesso tempo gli operatori devono cavalcare la crescita, seppure risicata, fatta registrare nel 2014. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dalla riduzione dei tempi e dei costi medi di trasporto: un -10% in questa variabile vorrebbe di +0,7% di Pil. Uno sforzo che dovrà essere profuso a stretto giro per dare una svolta decisiva al settore.

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