Un recente studio condotto dall’ETSC, l’European Transport Safety Council, ha registrato dati davvero allarmanti per chi, come i piloti di giganti della strada, si trova a percorrere, giorno dopo giorno, le strade nazionali ed internazionali a lunga percorrenza. Dalla ricerca, in particolare, emerge che sono i Single Vehicle Collisions, ovvero gli incidenti che riguardano un solo veicolo, a fare più morti. All’interno della sola Unione Europea sono oltre 7 mila le persone che hanno perso la vita in incidenti stradali in regime di SVCs, quasi 100 mila negli ultimi 10 anni. Ma non è tutto: un terzo degli incidenti mortali è dovuto proprio a collisioni che riguardano un solo veicolo. Non è più tempo di aspettare: l’ETSC, infatti, ha chiesto a gran voce a Bruxelles di trovare soluzioni innovative in grado di diminuire, in tempi brevissimi, la mortalità stradale, iniziando a lavorare sui casi di SVCs.

La situazione italiana

In Italia, negli ultimi anni, sono stati fatti passi in avanti in questo segmento, ma c’è ancora molto da lavorare. La mortalità di questi incidenti, infatti, rimane comunque più elevata della media europea. Tra le cause principali è stata riconosciuta l’anzianità del parco veicolare del segmento pesante, troppo spesso carente di dispositivi di sicurezza. Per questo motivo è fondamentale che il Governo attui al più presto misure che migliorino i livelli di tutela sulle strada: da un lato, elevando la sicurezza delle infrastrutture – obsolete e, come raccontato dalla cronaca degli ultimi mesi, instabili – e dall’altro sostenendo il rinnovo del parco circolante. Secondo lo studio ETSC, infatti, la corretta progettazione delle strade, il rispetto dei limiti di velocità e le dotazioni di sicurezza innovative dei camion di ultima generazione consentirebbero di ridurre in modo sostanziale i decessi in molti Paesi europei, tra cui l’Italia. Non a caso, l’ACI è impegnata in un programma di diffusione di programmi nazionali di Road Assessment, in collaborazione con l’associazione EuroRAP, per fornire un contributo concreto al potenziamento delle infrastrutture.

Gli altri Paesi europei

L’ETSC ha richiesto alla Commissione Europea di focalizzare l’attenzione sugli standard minimi di sicurezza per i nuovi veicoli circolanti. In particolare, rendendo obbligatori i sistemi di limitazione della velocità impostati volontariamente, i sistemi di frenata autonoma di emergenza e i sistemi di avviso cinture di sicurezza. Alcuni Paesi, inoltre, si stanno già muovendo da soli: l’Olanda, su tutti, ha previsto la rimozione degli ostacoli presenti sull’intera rete nazionale di strade, portando così, da 2 a 3 stelle il livello di sicurezza internazionale stabilito da EuroRAP. Un atteggiamento virtuoso e proattivo che dovrebbero essere da esempio anche per le altre nazioni del Vecchio Continente.

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