Il cabotaggio è senza dubbio uno dei temi più scottanti affrontati in questi ultimi anni dal mercato del trasporto merci. L’Unione Europea, dopo i ripetuti moniti ricevuti dall’Italia, sta cercando di ridurre il fenomeno illegale che si cela dietro a questa pratica, ma le azioni messe in atto non sembrano aver sortito gli effetti sperati, almeno su larga scala. Per questa ragione Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, è tornato ad alzare la voce con Bruxelles, chiedendo di mettere un freno alle pratiche di liberalizzazione del cabotaggio, senza prima aver dato vita ad un contratto europeo degli autisti, in grado di tutelare tutti i Paesi appartenenti all’Unione. Secondo Uggè, infatti, in questo momento esiste una competitività falsata all’interno di un mercato drogato: parole forti che mirano a proteggere gli operatori italiani, pesantemente penalizzati.

Uno scenario preoccupante, da cambiare

Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, con le sue parole, ha voluto ribadire ai vertici continentali quello che è lo scenario odierno del settore autotrasporto. In particolare il messaggio è stato indirizzato al Commissario Europeo per i trasporti, Violeta Bulc, incontrata da Uggè durante una manifestazione formativa nel campo della logistica ospitata dalla sede del Parlamento di Bruxelles. I temi trattati sono stati numerosi: Uggè, infatti, dopo aver ribadito i numeri legati alle perdite di competitività dei vettori italiani a vantaggio di quelli dei Paesi più ad Est, nell’ordine di grandezza dei 3 miliardi di euro, ha voluto sottolineare come il processo di liberalizzazione del cabotaggio non sarà in alcun modo appoggiato da Conftrasporto se prima non verranno deliberati contratti unificati di lavoro per i conducenti dei camion. L’obiettivo è allineare in tutti i Paesi dell’Unione Europea le imposizioni legate agli aspetti retributivi e previdenziali dei piloti.

Sostenibilità, un tema alla base del rinnovamento

La chiacchierata tra Uggè e la Bulc è durata molto tempo: come detto, infatti, i temi trattati sono stati numerosi. Tra questi non poteva mancare quello della sostenibilità: un concetto che l’Italia sta sposando a pieno, ma che richiede ingenti investimenti da parte degli operatori del settore. Per questa ragione, Uggè ha sfruttato l’occasione per chiedere all’Unione, in via ufficiale, di favorire, magari tramite incentivi fiscali adottati non solo a livello globale ma anche locale, il processo di rinnovamento del parco circolante al fine di ridurre l’inquinamento. Ciò permetterebbe di districare un altro tema davvero spinoso come quello dei blocchi austriaci del Brennero, su cui la UE ancora deve fare molto.

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1 Commento

  1. Giovanni Lambro
    16 Novembre 2016 at 22:04 — Rispondi

    È proprio finita

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