La battaglia di ANITA contro le Quote CEMT sembra essere solo all’inizio: in una nota ufficiale dell’Associazione, infatti, si rimarca come tali autorizzazioni abbiamo superato qualsiasi limite per il settore del trasporto nostrano. La graduatoria CEMT, appena aggiornata, ha infatti consegnato 197 licenze sul totale delle 268 unità e solo 71, invece, sono state rinnovate per aver raggiunto le soglie minime di viaggio.

Il presidente di ANITA, Thomas Baumgartner, ha sottolineato come, in questo macro sistema, le performance delle imprese italiane dell’autotrasporto, rispetto ai diretti competitors extra UE, siano in costante peggioramento. Una situazione, continua Baumgartner, che senza decisioni forti da parte del Governo, sancirà lo stato di default dei vettori nazionali, che saranno costretti ad abbandonare la scena internazionale del traffico delle merci.

Allargamento dell’UE e autorizzazioni CEMT: un interesse decrescente per l’Italia

L’aumento dei Paesi che compongono l’Unione Europea, ad oggi 28, e il crescente numero di autorizzazioni multilaterali CEMT hanno reso il mercato globale meno appealing per le nostre imprese. I Paesi aderenti alla CEMT, infatti, sono 43, e tutti e 28 gli Stati membri dell’Unione Europea ne fanno parte. Per questo motivo, le più stringenti norme europee vengono aggirate con l’accordo CEMT: i trasporti sono, quindi, liberalizzati ed eseguiti con una semplice licenza comunitaria. Baumgartner ci tiene a chiarire la posizione di ANITA: nessun contrasto e ostacolo all’apertura dei mercati, ma assoluta necessità di avere parità di condizioni tra gli operatori che operano all’interno dell’Unione e non solo.

La partecipazione italiana alla cosiddetta Quota CEMT dovrebbe migliorare, almeno sulla carta, l’esecuzione dell’attività di trasporto nei Paesi dell’area CEMT. Ciò, però, succede con sempre minor frequenza, come confermano i dati delle autorizzazioni internazionali. ANITA, per queste ragioni, pensa ad un’uscita definitiva dal gruppo mondiale.

Uscire dalla CEMT: le conseguenze di una decisione di grande risalto

Abbondare l’area CEMT? Secondo ANITA è possibile e ciò permetterebbe alle imprese italiane del trasporto di riacquisire le quote di mercato internazionale perse nel tempo, contrastando con forza le dinamiche del dumping sociale, con un vantaggio reale per l’intera economia del nostro Paese. Contrariamente, invece, la presenza dell’Italia nella CEMT darebbe in pasto ai vettori extra comunitari tutto il nostro mercato, mandandolo definitivamente in tilt. ANITA, per questi motivi, ha tirato nuovamente la giacca del Ministro dei Trasporti Delrio per spingerlo nuovamente a far voltare pagina al settore, con una decisione di forza, che dia stimolo a tutti gli operatori e che possa contrastare la marginalizzazione che le imprese italiane stanno subendo nei traffici internazionali.

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