Non ci sono ancora le conferme, ma la voce che circola da qualche tempo su una maximulta prevista per i costruttori di camion europei sembrerebbe dover diventare realtà nel giro di qualche tempo. A dirlo non sono soltanto i rumors nel settore, ma è anche il prestigioso quotidiano inglese Financial Times: secondo i ben informati del giornale economico-finanziario, infatti, l’Unione Europea si sta preparando a lanciare una vera e propria bomba sui costruttori continentali ai quali dovrebbe essere comminata una multa salatissima. Multa che, per sua natura, fa rima con infrazione: in questo caso l’UE accusa i 6 maggiori costruttori di camion europei, tra cui è presente anche l’italianissima Iveco, di aver fatto cartello, fissando i livelli di prezzo a loro pieno vantaggio e, di conseguenza, a danno dei consumatori. In particolare il dito è stato puntato sul tema della sostenibilità e delle innovazioni a favore dell’ambiente: sembrerebbe, infatti, che le società coinvolte avrebbe rimandato l’introduzione di nuove tecnologie per bruciare le tappe in termini di servizi offerti ai clienti. Oltre a Iveco, nel mirino della Commissione di Bruxelles sono finiti DAF, Daimler, MAN, Scania e Volvo Trucks.

Cifre da capogiro: si parla di una maximulta

Dalle voci che circolano sul presunto “cartello”, pare che l’UE non sia intenzionata per nessuna ragione a fare sconti alle aziende coinvolte. Per tale motivo la maximulta potrebbe addirittura superare i 10 miliardi di euro complessivi, pari a circa il 10% totale dei fatturati dei brand coinvolti nello scandalo. Se così fosse, si andrebbe ben al di sopra di quanto preventivato fino a poco tempo fa: basti pensare che alcuni di questi gruppi avrebbero già accantonato alcune somme, pari però a circa 2 miliardi di euro. La mano dovrà essere messa nuovamente al portafoglio, quindi? Scania e MAN pensano di no, non avendo allocato nemmeno un centesimo per ripagare una potenziale batosta da parte dell’UE. Iveco, invece, è l’azienda che si è maggiormente tutelata, accantonando già, dalla liquidità spendibile, ben 850 mila euro, seguita da Daimler, con 600, da DAF, con 450, e da Volvo, che ha già messo da parte 400 mila euro.

I termini dell’ufficialità

La multa, che già aleggia nell’aria da molto tempo, potrebbe trasformarsi in un fatto concreto nel giro di qualche settimana. La Commissione Europea, stando anche a quanto confermato dal Financial Times, non è più intenzionata a fare retromarcia. Non resta quindi che aspettare. Non mancano tuttavia le prime contromosse: due costruttori, infatti, avrebbero già avanzato una richiesta di sospensione della multa che, visti gli importi ipotizzati, potrebbe creare problemi finanziari molto gravi.

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