L’Anas, attraverso le parole del suo presidente, Gianni Vittorio Armani, ha rotto gli indugi circa la disponibilità ad intervenire per sanare i problemi che affliggono le strade italiane, confermando quanto presentato nel piano industriale 2016-2020. E così, anche per l’anno in corso e per quelli futuri, i numeri previsti, pari a circa 3 miliardi l’anno di investimenti e quasi mille assunzioni, risultano essere ancora validi. Merito, in particolare, dell’autonomia economica che caratterizza l’azienda e che, grazie ai modelli alternativi di autofinanziamento, potrà essere il fiore all’occhiello anche in futuro. Tra questi, una prima ipotesi di autoalimentazione inciderebbe sul prelievo di parte delle accise del carburante. Ma non è tutto: anche l’aumento delle entrate attraverso l’attivazione di pedaggi su parte della rete stradale gestita e, in ultima istanza, con l’inserimento di vignette per attraversare alcuni tratti, come ad esempio accade nel territorio svizzero, sono soluzioni alternative di assoluta fattibilità. Un modello complessivo, che potrebbe aumentare i costi dell’autotrasporto, ma che certamente migliorerebbe la qualità delle strade italiane. L’obiettivo, a questo punto, è trovare un bilanciamento tra queste variabili, soprattutto ora che è richiesta a gran voce una manutenzione straordinaria delle carreggiate.

Maggiori entrate, più investimenti nella qualità delle strade

Sulla base di queste ipotesi di autofinanziamento – alcune già messe in atto – le entrate stanno crescendo e così, ora più che mai, il valore degli investimenti per riportare le carreggiate ad un livello qualitativo buono deve necessariamente aumentare. Anas sembra non tirarsi indietro: sempre Armani conferma che il potenziamento delle attività di pianificazione, progettazione, appalto e interventi di manutenzione straordinaria è attivo ed in linea con quanto dichiarato lo scorso anno. Sui temi infrastrutturali, inoltre, il Piano prevedeva il recupero di oltre 6 mila chilometri di strade regionali e provinciali, in modo da garantire continuità territoriale alla rete in ottica di una maggiore razionalizzazione dei tratti. Il tutto finalizzato verso una maggiore qualità delle strade e, di conseguenza, verso più alti livelli di sicurezza.

Manutenzione straordinaria: una priorità assoluta

Le analisi di settore degli ultimi anni, che hanno fatto emergere che i flussi di traffico autostradale – sia leggeri che pesanti – stanno diminuendo a favore dell’uso dell’aereo e del treno, hanno spinto Anas a privilegiare gli interventi di manutenzione straordinaria rispetto alla costruzione di nuove opere. Con questa scelta, quindi, si stanno compensando i limitati investimenti che, negli scorsi anni, sono stati erogati per la riqualificazione di strade datate e poco consone ad ospitare, in sicurezza, ogni tipo di trasporto.

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