Nella giornata di lunedì 14 gennaio diversi autisti di camion hanno aderito allo sciopero indetto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che si è protratto fino al 15 gennaio in Liguria. Lo sciopero era finalizzato a protestare contro il Pacchetto Mobilità proposto dalla Commissione Europea, solo parzialmente accolto dalla Commissione Trasporti del Parlamento Europeo. I segretari delle varie sigle hanno sottolineato l’importanza dello sciopero che ha evidenziato la compattezza e l’unità di intenti tra sindacati e camionisti, uniti per tutelare e difendere i loro diritti in un quadro maggiormente sostenibile in ambito lavorativo. Non sono state gradite le votazioni del Parlamento Europa e si teme che possano essere prese misure peggiorative nei confronti degli autotrasportatori.

Votazione Pacchetto Mobilità: le proposte approvate dagli eurodeputati

Qualche giorno fa la Commissione TRAN del Parlamento Europeo ha votato negativamente in relazione a due dossier del Pacchetto Mobilità. Il primo faceva riferimento ai regolamenti sui tempi di guida e di riposo e sui tachigrafi; il secondo riguardava la direttiva del distacco dei conducenti. Le proposte relative al terzo dossier, cioè l’accesso al mercato internazionale del trasporto su strada, sono state approvate. Di fatto i nuovi transiti relativi al trasporto merci per conto terzi, successivi a quello che ha dato il via alla prima consegna, possono essere svolti entro 3 giorni seguiti da 60 ore di raffreddamento del camion.

Sono quindi stati respinti i punti sui tempi di guida e sui salari, mentre solo il cabotaggio (che indica operazioni limitate nel tempo per gli autotrasportatori con un periodo di riposo dei camion) ha trovato il consenso di tutti. La mancata approvazione dei due punti indicati ha provocato una vera e propria spaccatura all’interno dell’UE. Da una parte ci sono Italia, Francia e Germania, dall’altra i Paesi dell’Europa dell’Est. La direttiva sui tempi di guida limita la possibilità di riposare in cabina, mentre quella sui salari fa riferimento all’allineamento dei compensi dei vari autotrasportatori rispetto alle regole del Paese in cui operano. Risulta quindi evidente che la spaccatura nasce soprattutto dal desiderio di far prevalere per ogni Paese l’interesse nazionale piuttosto che quello unitario europeo.

La frecciata di Salini a Salvini

La situazione è piuttosto esplosiva anche in Italia, dove l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini ha pubblicato un post piuttosto polemico su Facebook indirizzato a Matteo Salvini. Salini sottolinea il fatto che molti Paesi con cui Salvini cerca alleanza fanno ostracismo nel campo dei trasporti per far valere le loro tasse ridotte e le loro pratiche di dumping commerciale nei confronti delle compagnie dell’Europa occidentale. Una situazione spinosa che rischia di far slittare il dibattito sul Pacchetto Mobilità addirittura nella prossima legislatura.

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