Ne abbiamo parlato diverse volte: i test positivi sulla guida autonoma in serie sostenuti in questi anni sembravano aver spalancato le porte ad un futuro sempre più tecnologico per il settore dell’autotrasporto. Un futuro che però sembra non parlare europeo: contrariamente a quanto è stato registrato fino ad ora, infatti, pare che la UE non voglia più sostenere i progetti che stanno nascendo in questa direzione. Un esempio è ciò che sta accadendo a Sofia: in Bulgaria, durante la Conferenza Internazionale, si sta parlando di iniziative per ridurre il gap infrastrutturale tra i Paesi della Comunità Europea. I soldi, però, non sono sufficienti per portare a termine le opere preventivate. Basti pensare che, ad oggi, servirebbero 700 miliardi di euro per concludere i progetti già avviati – tra cui spicca la definizione dei 9 corridoi intermodali che dovrebbero attraversare tutto il Continente – e soprattutto per far partire le nuove attività ad alto tasso tecnologico, come il Platooning.

Che ne sarà del settore autotrasporto

In molti si stanno chiedendo quale strada imboccherà il settore senza un vero e concreto sostegno da parte dell’Unione Europea. A rispondere ai dubbi è stata Violeta Bulc, Commissario UE per i trasporti, che ha incontrato la stampa per fare il punto su uno dei segmenti economici più importanti del Continente. La Bulc ha spiegato quali saranno le strategie e la direzione che l’Europa prenderà: in ordine di importanza, la decarbonizzazione, la digitalizzazione, l’attenzione alle persone e la ricerca di sempre maggiori investimenti privati. La domanda, quindi, è sorta spontanea: il Platooning? Al momento non c’è spazio per la totale innovazione su strada. A confermarlo è sempre la Bulc: nonostante la pressione fatta dai produttori, le grandi differenze legislative tra i Paesi non permettono di pianificare ancora – tra gli obiettivi di breve termine – questa attività. Stando alle parole del Commissario, infatti, prima di dare avvio al progetto è necessario raggiungere un omogeneità normativa che significa, nel concreto, azzerare le differenze infrastrutturali tra gli Stati membri.

I prossimi passi dell’UE: tutto passa dai finanziamenti privati

Chiarito il punto sul Platooning, il Commissario Bulc ha voluto spiegare come intende muoversi l’Unione tra i diversi progetti che stanno per iniziare. Punto nodale di tutta la strategia europea è il finanziamento privato: l’Europa, infatti, garantisce la messa in atto dei progetti, ma non può farlo da sola. La condivisione del rischio – tra grandi gruppi internazionali – è fondamentale per portare velocemente a termine tutte le opere.

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