I bambini hanno una visione quasi “idilliaca” del camionista e restano affascinati quando grossi camion passano di fianco alle auto dei loro genitori strombazzando il prepotente clacson. Anche io da bambino avevo un camion e ho realizzato il desiderio di diventare un camionista, ma non immaginavo assolutamente che dietro questo lavoro si celassero tanti sacrifici. Quando le persone mi chiedono perché faccio il camionista la risposta che posso dare è una sola: passione. A volte ci sono giorni in cui stramaledico questo lavoro ed invidio gli impiegati che lavorano con l’aria condizionata dietro una scrivania; tuttavia se per una settimana non salgo a bordo del mio fedele amico, avverto uno strano senso di smarrimento, come se mi mancasse qualcosa. Questa strana sensazione ha appunto un solo nome: passione.
Fare il camionista è difficile!
Stai pensando di fare il camionista? Perfetto. Prima di tutto però per testare la tua reale passione voglio elencarti i principali aspetti negativi in modo da avere subito una panoramica chiara. Non voglio scoraggiarti, ma semplicemente farti entrare subito nel mio mondo per farti capire cosa ti aspetta.
Innanzitutto ci sono un bel po’ di spese da sostenere sia per quanto riguarda la patente e la CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) che hanno bisogno di essere rinnovate costantemente. Un altro nemico contro cui io ed i miei colleghi camionisti combattiamo tutto l’anno è il clima. In inverno dobbiamo affrontare temperature rigide e gelide, mentre in estate la cabina diventa un vero forno, soprattutto quando dobbiamo “riposare”.
Per fare il camionista devi fare una’ampia scorta di pazienza: ne avrai bisogno quando ti troverai fermo, in code chilometriche dovute al traffico o quando dovrai perdere il tuo prezioso tempo misurato al secondo a causa dei ritardi nel carico e nello scarico merci. Sai inoltre che il camionista è uno dei lavori più pericolosi ed usuranti? La sedentarietà porta problemi al cuore ed alle articolazioni, per non parlare dell’alimentazione che spesso è squilibrata, fugace e poco adatta per affrontare lunghi viaggi. La famiglia la vediamo per poco tempo e purtroppo è una cosa che pesa soprattutto su chi ha bambini piccoli. E poi dobbiamo fare i conti con la concorrenza sleale, gli abusivi e le aziende che ci sottopagano a fronte di lavori massacranti e stressanti.
Perché faccio il camionista?
Alla luce di quanto detto finora la domanda nasce spontanea: perché fare il camionista?
La passione me l’ha trasmessa mio padre, anche se quando ero piccolo soffrivo la sua continua lontananza ed inizialmente odiavo il suo lavoro. A 16 anni ho iniziato ad andare con lui e ho scoperto che in fondo non era così male. Fare il camionista ti dà un senso di libertà, ti permette di scoprire posti nuovi, di viaggiare su e giù per l’Italia ed in alcuni casi anche per l’Europa. Quando dovevo decidere cosa fare da grande ho scelto di diventare anche io camionista e solo allora ho apprezzato e capito i sacrifici di mio padre che si spaccava la schiena ogni settimana solo per noi, per la famiglia.
Ho una passione sfrenata per la guida e non potrei mai fare a meno di salire almeno una volta a settimana sul mio “bolide”. Credo che non sopporterei il lavoro d’ufficio, lo ritengo limitante ed opprimente. Il camion per me è come un figlio discolo che fa tante marachelle e a volte ti fa dannare, ma basta un suo sorriso per farti dimenticare tutto. Ecco, quando sento il rombo del mio camion si stagliano nella mia mente chilometri di costa, di montagna o di campagna e dimentico tutti i “guai” che mi fa passare. Mi sento realizzato a fare questa attività. Il mio è un lavoro molto vario che ti insegna qualcosa di nuovo ogni giorno.
Fare il camionista non significa solo mettersi al volante di un camion e guidare; bisogna interfacciarsi con i clienti, interagire con le nuove strumentazioni tecnologiche, valutare le strade migliori da percorrere in base al traffico ed al meteo. A differenza di quanto pensano molti, non siamo persone grezze o maleducate, poiché trattare con i clienti è una delle nostre più importanti mansioni. Conosco colleghi molto eruditi e addirittura laureati con un livello di cultura molto alto. Io ad esempio in ogni viaggio porto sempre un buon libro da leggere nei momenti di pausa per rilassarmi e viaggiare anche con la mente… Come se il viaggio vero non mi bastasse.
Ma faccio il camionista anche per un senso di responsabilità nei confronti delle altre persone. Ti sei mai chiesto cosa succederebbe in Italia se noi camionisti decidessimo di incrociare le braccia? Niente più beni di prima necessità, niente più farmaci, niente più benzina, niente più generi alimentari, niente più acqua, niente più medicinali, niente di niente. Nel giro di pochi giorni ci sarebbe un caos tale da mettere in ginocchio l’intero Paese.
Tutti questi motivi mi spingono ogni mattina ad alzarmi, salire sul camion, accendere il motore e girare su e giù per l’Italia per portare a termine il mio compito. Il camion per me è come un fedele compagno di viaggio, ci guardiamo le spalle a vicenda e mi sentirei incompleto senza di lui. Cosa sarebbe Bud Spencer senza Terence Hill? Stanlio senza Olio? Batman senza Robin? Ecco, è proprio così che mi sentirei senza il mio camion. Il camionista è un bellissimo lavoro, ma devi sentire dentro di te questa passione ed essere disposto a fare tanti sacrifici per intraprendere questa magnifica professione.
Lo rifarei? Imboccherei la stessa strada di 23 anni fa? Nonostante la stanchezza a volte mi riduca sul punto di mollare, sì, lo rifarei, perché nessun altro lavoro mi darebbe tanta soddisfazione.
Fare il camionista è la mia vita.
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