Nemmeno una settimana fa abbiamo trattato il caso della chiusura delle frontiere russe. Una situazione che tutti gli operatori del settore del trasporto merci su gomma auspicavano rappresentasse un evento isolato: purtroppo non è così. Infatti Ucraina e Polonia hanno risposta alla presa di posizione sovietica, fermando a loro volta i camion russi alle frontiere. Sono migliaia, al momento, i veicoli pesanti a cui sono state chiuse le porte in faccia e che sono bloccati ai valichi delle 2 nazioni dell’Est. Una situazione ormai insostenibile, quella che si sta definendo giorno dopo giorno, sulla quale sembra ormai necessario un intervento deciso da parte di Bruxelles. La situazione, infatti, sta impattando anche Bielorussia e Lituania, dove le frontiere sono ormai congestionate a causa di questo blocco che si sta pericolosamente protraendo nel tempo.

Le ragioni del caos nell’Est Europa

La vera e propria crisi che si sta vivendo nell’Europa orientale è strettamente correlata al mancato rinnovo dell’accordo di transito delle merci tra i Paesi interessati. Lo scorso 1° febbraio, infatti, è scaduto il trattato biennale che regolava il passaggio dei veicoli pesanti tra gli Stati e, nonostante la task force messa in piedi per dirimere le questioni, non si è riusciti a definire un punto di incontro tra le parti. Il risultato è che ora Ucraina e Polonia hanno definitivamente chiuso il passaggio, fino a data da destinarsi. L’unica soluzione percorribile al momento, quindi, è quella di indirizzarsi verso la città lituana di Klaipeda, dove i carichi vengono trasferiti sulle navi merci e portati verso l’Europa Occidentale. Il tutto subendo grandi disservizi, viste le code di attesa per l’imbarco ai traghetti di almeno 48 ore.

Come stanno reagendo gli autotrasportatori interessati

Una questione, quella della chiusura delle frontiere, che sta creando posizioni ben definite tra i soggetti colpiti dal disservizio. Gli autotrasportatori che transitano in queste zone parlano di un atteggiamento polacco troppo rigido, finalizzato solo all’ottenimento del diritto assoluto per il passaggio delle merci, togliendo così i carichi ai russi e ai lituani, con l’obiettivo di lavorare in esclusiva. Secondo i giornalisti di Euronews che operano in queste zone, il dissidio tra gli Stati ha radici più lontane, ovvero dallo scoppio della crisi in Crimea nel 2014. Già da allora, infatti, i nazionalisti di Kiev avevano tentato di ostacolare il passaggio dei camion russi, ma ora è direttamente il Governo a mettersi di traverso, con lo stop ai Tir da e verso Mosca. In questo caos, quindi, l’unica via rimasta disponibile rimane quella della Lituania.

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