L’Agenzia delle Entrate ha definitivamente tolto i veli sulle agevolazioni per il settore dell’autotrasporto per il 2015. Come ci si attendeva alla vigilia, gran parte delle facilitazioni già attive lo scorso anno sono state prorogate, anche se sono state introdotte alcune importanti novità che, purtroppo, vanno a penalizzare le imprese del settore. Sul fronte assicurazione, entrando nel dettaglio, viene mantenuto intatto il recupero sui premi di assicurazione per la responsabilità civile versati nel 2014 dalle imprese di autotrasporto merci, conto terzi e conto proprio, fino a un massimo di 300 euro per veicolo. Anche sul fronte dei trasporti personali, è arrivata la conferma della deducibilità forfetaria delle spese di trasporto personali non documentate, con particolare attenzione ai tragitti effettuati direttamente dall’imprenditore oltre il Comune in cui ha sede l’impresa.

Le modifiche: cosa cambierà nel settore

Le principali modifiche che hanno investito il segmento delle agevolazioni fiscali, secondo le prime stime, comporteranno un aggravio di tasse per i trasportatori italiani di circa 10 mila euro, con picchi di 14 mila euro nel caso di merci trasportate sulle lunghe distanze. Questo perché le deduzioni forfetarie delle spese non documentate sono state complessivamente riviste al ribasso: ad esempio, si passerà dai 56 euro previsti nel 2014 per chi opera all’interno della Regione di residenza, ai 18 euro del 2015, o dai 92 euro per chi trasporta merci fuori dalla Regione, ai 30 euro di quest’anno. Una situazione che fa storcere il naso a tutte le aziende del settore che, oltre a dover subire i costi di esercizio per chilometro più alti d’Europa, dovranno accollarsi un sovraccarico di spese in un periodo tutt’altro che roseo per il mercato globale.

Dumping e guerra dei prezzi: un fenomeno da contrastare

Come sottolineano le parole del segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, con queste novità il settore è costretto, ancor di più, a sostenere spese vertiginose per la copertura assicurativa degli automezzi e per gli oneri autostradali di trasporto. Il dumping, in questo modo, diventa sempre più spinoso, in particolare per le numerose realtà operanti in zone di confine di Stato, obbligate a lottare quotidianamente con pratiche di concorrenza sleale da parte dei vettori dell’Est Europa. L’aspra guerra dei prezzi, a discapito della qualità di servizio e di standard di lavoro, sta mettendo in ginocchio gli operatori nazionali, costretti addirittura a viaggiare in perdita per non perdere le commesse. Bortolussi conclude che con l’aggiunta di questa diminuzione delle agevolazioni fiscali il settore rischia realmente di collassare.

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